Come il caffè ed il vino, anche il tè è uno di quei prodotti attorno al quale negli anni si è consolidata una ricca attività di blending. Il blend di tè si ottiene mescolando una specifica varietà di tè con altri ingredienti. Con “ingredienti” non ci riferiamo solo ad altri tipi di tè (un buon blend può essere composto persino da 20 o più tipologie di tè, provenienti anche da diversi continenti) ma a tutta una serie di elementi naturali capaci di dare un tocco in più alla varietà iniziale: frutta, fiori, erbe essiccate, spezie.

Ovviamente anche questo campo si apre a molte possibili sperimentazioni. Un blend può essere ad esempio ottenuto anche dall’unione di un tè con un estratto: tutto dipende dal tipo di aroma che si vuole infondere nella nuova miscela.

I blend di tè sono molto presenti sul mercato ed hanno un largo seguito. Tra i più noti possiamo citare un grande classico: l’earl grey, che mescola il tè nero con estratto di bergamotto. Ma ci sono anche l’English Breakfast, il Melange Caravane e tanti altri. Se poi alziamo gli occhi dal mercato occidentale e guardiamo a quello asiatico, gli esempi possibili si moltiplicano a dismisura.

La miscelazione del tè presenta due importanti vantaggi: da una parte permette di creare prodotti di grande qualità, capaci di restituire un gusto armonioso ed equilibrato che risulti superiore a quello di ogni singolo elemento utilizzato; dall’altra, riesce ad andare incontro alle preferenze di un target molto variegato.

Fattori tutt’altro che trascurabili in un mercato attento ed esigente come quello attuale.